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 Continuamo ad occuparci della vicenda Acquamarina, ad un anno esatto dal crollo del tetto che ha reso l’edificio inagibile. Era il 19 luglio 2019. Da allora, “tante ciacole e niente fritole”. La manifestazione di interesse (che non significa progetto: questo verrebbe presentato in un secondo momento, il che significa che i lavori per costruire l’impianto slitterebbero ulteriormente) messa in atto dal Comune dopo la bocciatura del progetto della Monticolo&Foti,  ha riscosso un discreto successo: hanno risposto ben nove ditte, di cui due straniere.

Tra le ditte locali che hanno manifestato interesse, ancora la Monticolo&Foti, che non rinuncia alla sua proposta di una VERA piscina terapeutica, ovvero una struttura completamente dedicata ai bisogni curativi delle persone, accessibile a tutti ad un prezzo basso (3,50 euro come biglietto d’ingresso, riportava il Piccolo in uno degli articoli dedicati alla vicenda)  non un ibrido pasticcio comprendente ombrelloni, spa, giochi per bambini, ristorante e …vasca terapeutica, quasi un accessorio nell’insieme dei servizi richiesti.

M.F., che frequentava giornalmente l’Acquamarina, constata sconsolato: “E’ evidente che una piscina terapeutica all’interno di una SPA non ha alcun senso. Visti gli spazi limitati del sito (edificio 133 in Porto Vecchio) è evidente che la vasca terapeutica sarebbe di dimensioni ridotte. Questo comporterebbe lunghe file d’attesa che potrebbero diventare mesi, mentre la gente che sta male ha bisogno di cure immediate. Preoccupa poi il costo del biglietto d’ingresso, che potrebbe essere elevato, visto che si entra in una SPA. Insomma – conclude M.F. – il Comune ha semplicemente deciso di non fare la piscina terapeutica.”

Gli ex-utenti si sono nel frattempo mobilitati, iniziando una raccolta di firme, per così dire, in sordina, tra coloro che si sono rivelati interessati e sensibili al problema: molte sono state raccolte anche presso la Casa del Popolo di Ponziana. In una decina di giorni sono state raccolte più di mille firme. Nei prossimi giorni, i promotori si organizzeranno con banchetti nelle vie cittadine, per sensibilizzare ulteriormente la cittadinanza sul tema e per raccogliere ulteriori adesioni alla richiesta di una piscina terapeutica a carattere sociale e non fondata sul business.

Da parte nostra non possiamo che ribadire che il ruolo di un Comune sia quello di occuparsi dei bisogni dei cittadini in primis, offrendo e garantendo servizi accessibili a tutti. Purtroppo, da un po’ di anni a questa parte, abbiamo assistito ad una progressiva riduzione degli stessi (pensiamo, banalmente al numero di centri civici, ridotti a quattro) in nome del risparmio. Ci piacerebbe che il progetto della piscina terapeutica mostrasse un’inversione di tendenza.

 

Effemme

 

 

 

 


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Di effemme