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“…QUESTI OMICIDI NON RESTINO IMPUNITI…”

Intervento di Renato Kneipp, Presidente del Direttivo della N.C.C.d.L-CGIL di Trieste al presidio svoltosi lo scorso 31 gennaio 2022 in Largo Barriera, “No alle Morti sul Lavoro – No alla Scuola Lavoro”.

Chi mi conosce, sa che mi sono sempre considerato un operaio edile prestato al sindacato e che ho sempre avuto, rispetto alle tematiche collegate al dramma degli infortuni sul lavoro, una particolare sensibilità.  Questo dovuto soprattutto ai due infortuni mortali, uno dei quali davanti ai miei occhi, accaduti nell’ultimo cantiere in cui ho lavorato, prima di iniziare la mia esperienza sindacale. Immagine di quella morte bianca, che mi porterò appresso per tutta la vita.

Ho inteso iniziare il mio intervento leggendo parte di una lettera scritta dalla madre di un ragazzo di 23 anni, ucciso da un carico di 15 quintali di impalcature che si era sganciato da una gru in movimento. Infortunio che ha portato ben 10 persone ad essere iscritte nel registro degli indagati con l’accusa di omicidio colposo.

“ Mi chiamo Monica Michielin, mamma di Mattia Battistetti e da quel 29 aprile del 2021, quando la negligenza di qualcuno ha ucciso Mattia, la mia vita è cambiata e la forza che mi fa andare avanti è riuscire a fargli giustizia, lottando per conoscere la verità, le cause dell’incidente e le responsabilità di chi non ha dato la doverosa attenzione e non si è prodigato a far sì che ci fosse stata la giusta sicurezza in cantiere.

Purtroppo in tanti mi hanno già detto che i colpevoli non andranno in carcere ma pagheranno delle multe. Ho fatto appello alle autorità locali, ai ministri, ma anche al Presidente Mattarella affinché questi omicidi non restino impuniti, perché vengano applicate delle pene severe in quanto è inaccettabile che una persona esca di casa al mattino per andare a guadagnarsi un boccone di pane e non vi faccia più ritorno. Qualcuno mi ha detto, che con delle tabelle si stabilirà quanto vale la vita di un ragazzo di 23 anni, ucciso da chi delle sicurezza nel posto di lavoro se n’è fregato! Veramente eccellente la Legge italiana!

Per rispetto di chi ha perso la vita per il lavoro, basta parole, parole, parole che svaniscono nel nulla, bisogna fare qualcosa di concreto! Le imprese devono essere controllate e chi se ne infischia della sicurezza dei propri dipendenti, deve essere punito. Da quel maledetto 29 aprile nella nostra famiglia regna disperazione, rabbia perché qualcuno ha ucciso Mattia, ragazzo solare, con un profondo senso della giustizia e genuina dedizione alla fatica, disponibile verso gli altri, contento del suo lavoro (montava impalcature per 13/14 ore al giorno), pieno di progetti e voglia di vivere.

La nostra famiglia e un gruppo di amici ha costituito l’Associazione in memoria di Mattia Battistetti, per non dimenticare i morti sul lavoro, con circa 120 iscritti. Questa Associazione nasce con l’intento di creare una realtà che mantenga viva la memoria  e lo spirito di Mattia, portando avanti il suo essere, dando sostegno e conforto ai familiari dei caduti sul lavoro, portando alla luce le cause degli incidenti, sensibilizzando e formando i ragazzi nelle scuole per quanto riguarda la sicurezza nel posto di lavoro. Lo scopo dell’Associazione è far in modo che queste tragedie non accadano più e che i responsabili vengano condannati in tempi brevi e senza sconti di pena. È intollerabile che negli anni troppe vittime, per una svariata serie di motivi, restino senza giustizia!”

La mamma di Mattia sottolinea ed evidenzia cosa significa la prevenzione, partendo proprio dalla formazione delle/dei giovani già dalla scuola. Scuole o enti di formazione, come quello che frequentava Lorenzo Parelli, studente friulano di soli 18 anni, ucciso nell’ultimo giorno di stage in un’azienda metalmeccanica. Ultimo giorno di “formazione” prevista nel percorso di un Centro di Formazione Professionale. Questo ultimo omicidio bianco deve far riflettere sulla necessaria rivisitazione di un rapporto sbagliato tra scuola e lavoro che ha comportato la moltiplicazione di esperienze e attività, spesso improvvisate e di scarsa qualità (l’inchiesta sulla morte di Lorenzo Parelli dovrà chiarire le modalità della sua atroce morte), che in tanti casi si concretizzano in vere e proprie prestazioni di lavoro gratuito, prive di qualsiasi intenzionalità educativa. In altri ordini di scuola è l’ “alternanza scuola-lavoro” (ora PCTO, Percorsi per le Competenze Trasversali e l’Orientamento), prevista dalla legge 107 del 2015, e cioè la famigerata “buona scuola” di Renzi, a dover essere messa sotto accusa fino all’auspicabile abolizione dei detti percorsi. È ora di dire basta. Occorre che ognuno, a partire del Ministero dell’Istruzione, si assuma le proprie responsabilità e faccia scelte conseguenti.

Altrettanto pretendiamo che anche il Governo faccia la propria parte, emanando quel Decreto, richiesto ripetutamente dalle Organizzazioni Sindacali, che contenga importanti novità sul piano della prevenzione degli infortuni, investendo nella vigilanza e prevedendo altresì pene più severe per le aziende che non rispettano le relative norme.

Vogliamo più risorse per aumentare gli organici degli Ispettorati del lavoro affinché si attuino quei controlli indispensabili per sanzionare, perseguire e denunciare chi non dà valore alla salute e alla sicurezza, ovvero alla stessa vita umana.

In tale contesto anche l’amministrazione regionale  deve dare il suo contributo, aumentando le risorse alle strutture sanitarie di prevenzione, in modo da incrementare il numero di operatori e operatrici, oggi fortemente ridotti  e impossibilitati nello svolgere appieno la loro funzione di vigilanza e prevenzione.

Nel contempo diventa indispensabile, visto l’esiguo numero di personale dedicato alla vigilanza, che tutti i soggetti deputati ad eseguire le ispezioni nei luoghi di lavoro(Ispettorato, Azienda Sanitaria, INAIL, INPS) si coordino e unifichino le forze disponibili per ottimizzare gli interventi ispettivi. Sapendo che spesso precarietà, somministrazione, appalti e subappalti, lavoro nero o grigio, strani contratti di collaborazione o false partite IVA, rappresentano situazioni nelle quali le norme non trovano applicazione.


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