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Si pensava che la cosa peggiore che potesse capitare fosse il dover votare con una legge elettorale anticostituzionale (qui il nostro articolo).

Invece, in queste disgraziate elezioni, succede anche di peggio.

Succede che i cittadini italiani residenti all’estero, per intenderci quelli iscritti all’AIRE (Anagrafe Italiani Residenti all’Estero), si sono visti recapitare a casa le schede elettorali affinché possano esprimere il loro voto, come vuole l’articolo 48 della Costituzione italiana.

Fac-simile delle schede ricevute dagli italiani all’estero

Però nelle loro schede elettorali, e negli elenchi ricevuti, ci sono meno liste di quante ce ne siano nelle schede dei loro connazionali residenti in Italia.

In particolare mancano Italia Sovrana e Popolare, Italexit, Unione Popolare, Vita, Alternativa per l’Italia. Ovvero mancano tutti i partiti di opposizione e antisistema, proprio quei partiti che, in casa, lotteranno per varcare la soglia di sbarramento.

Quindi quello che si verifica è un doppio difetto.

In altre parole, circa 5 milioni e mezzo di italiani con diritto di voto, vedranno il loro diritto viziato dal fatto di non poter esercitare le loro preferenze in maniera completa ed eguale ai loro connazionali. E, dall’altro lato, i partiti non presenti nelle schede dovranno rinunciare a concorrere per i 12 seggi eletti dagli italiani all’estero.

Il motivo per cui queste liste non sono presenti nelle circoscrizioni estere è che non hanno fatto in tempo a raccogliere le firme necessarie per concorrere alle elezioni al di fuori dei confini nazionali.

Secondo la norma di legge, infatti, ogni lista per essere ammessa avrebbe dovuto raccogliere un numero minimo di 250 firme in ognuna delle quattro circoscrizioni estere. La regola avrebbe voluto che le firme fossero 500 ma, a causa dello scioglimento anticipato delle Camere, la soglia è stata dimezzata. in altre parole, sono state esentate dalla raccolta di firme le forze politiche che già siedono in parlamento, più quelle che entrano nell’area di governo- come Italia Viva, +Europa e Liberi e Uguali; oppure Impegno Civico di Di Maio che ospita al suo interno Bruno Tabacci.

E nonostante ciò, i tempi ristrettissimi e la difficoltà di allestire la raccolta di firme entro e non oltre il trentaquattresimo giorno prima delle votazioni in Paesi esteri, hanno costituito un ostacolo insormontabile per tutti.

La conseguenza è che le liste pervenute ai cittadini italiani residenti all’estero sono soltanto quelle che sono state esentate dalla raccolta delle firme in virtù dell’articolo 6 bis del decreto Elezioni, varato dal Governo il 5 maggio scorso, che stabilisce che possono presentare le liste senza raccogliere le firme “i partiti o gruppi politici costituiti in gruppo parlamentare in almeno una delle due Camere al 31 dicembre 2021”.

Un esonero che comprende anche “chi ha presentato candidature con proprio contrassegno alle ultime elezioni della Camera dei deputati o alle ultime elezioni dei membri del Parlamento europeo spettanti all’Italia in almeno due terzi delle circoscrizioni e abbiano ottenuto almeno un seggio assegnato in ragione proporzionale o abbiano concorso alla determinazione della cifra elettorale nazionale di coalizione avendo conseguito, sul piano nazionale, un numero di voti validi superiore all’1 per cento del totale”.

Regole che hanno provocato, come si è visto in Italia, lo spettacolo dei miscugli elettorali cui abbiamo assistito.

[Foto Il Lavoratore]


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